Non ho ancora finito i compiti… ma in questi giorni sono completamente assorbita da una “mission impossible”.
Il tutto nasce da un desiderio espresso da nonne.
La mia veneranda nonna Ines, che questo anno compirà 90 anni, vive da sola, in totale autonomia e con il piglio di chi, nonostante l’età, ha saputo sempre cavarsela di fronte agli imprevisti della vita. E non che non ne abbia avuti: è del ’22 quindi nata nel periodo post bellico, nata in Emilia, figlia di contadini. Ha sposato l’amato mio nonno per impedire che salpasse per la Grecia su suggerimento del suo capitano: la nave è stata bombardata e sono morti tutti al largo delle isole greche. Il mio nonno è sopravvissuto in Albania mangiando tartarughe, di queste ne ha sempre tenute un paio in giardino prima che venissero definiti “animali esotici”, se qualcuno avesse saputo che lui le aveva mangiate… Ha cresciuto 3 figlie nate durante la Seconda Guerra e per impedire loro di finire a servizio alle termine, sapendo che le donne di servizio erano non solo malpagate ma, soprattutto, se giovani “poco rispettate”, sono emigrati al nord dove all’età di 40 anni (una vergogna per allora… una normalità per il giorno di oggi) ha avuto un’altra femmina. Lei è sopravvissuta, oltre che al nonno, anche ad una amata figlia. Non si è arresa alla vita. La cosa incredibile è che si ostina a leggere le tre riviste a cui è abbonata, che segna sul libretto le spese e i prelievi alla posta della pensione, tutti i giorni di buon tempo (il tempo non è necessariamente “bello”, l’importante che sia “buono”) percorre il giro dell’isolato con l’ausilio del bastone che all’inizio viveva come una “cosa ostile” (all’inizio dei suoi 85 anni…) ed oggi vive come un ausilio “benedetto” perché le concede quel sostegno sufficiente per potersi muovere da sola, senza che nessuno si debba presentare a casa sua “per la passeggiata quotidiana”. Ma ancora: la sera, quando non c’è niente alla televisione (quindi immagino molto spesso) si esercita a fare le tabelline: si somministra delle prove di matematica perché non vuol fare arrugginire il cervello.
Un mito!
Lasciatemelo dire…
Parlando con lei, le ho spiegato che esistono dei computer che usando le mani sul video (sistemi touch, ma meglio parlare-come-mangi con lei) si possono attivare dei servizi per video-chiamarsi e così anche le persone lontane si parlano, le ho spiegato che esistono diversi sistemi (skype, windows live messenger) che permettono di video chiamarsi senza spese. “Che bello!” ma la cosa incredibile: “cosa serve per usarli, devo comprare il computer (detto COM-PU-TER)?” . Vai nonna: attiverò nipoti e pronipoti e vedremo di farti una sorpresa per la tua festa dei 90 anni!!
In questi giorni dove finalmente gli impegni quotidiani dei miei figli sono diminuiti mi sono concessa qualche tè in più qua e là. Il tempo mi è stato proficuo per installare chiavetta internet da mia mamma. Il regalo di Natale è stato un vecchio pc non più “consono” alle esigenze di famiglia: i nuovi sistemi necessitano schede video migliori, microprocessori più veloci e tutte quelle “diavolerie” che riducono i tempi di attesa e ti danno la percezione dell’immediatezza: a stimolo- risposta, immediata! Fatta l’installazione siamo passate a usare i motori di ricerca: le pagine più gettonate e salvate sono quelle di alcuni quotidiani e in sito per ricette di cucina. Il concetto “motore di ricerca” sembra sia chiaro… la cosa che più mi ha stupita è che ci sono state delle amiche della mia mamma che hanno seguito un corso per imparare ad usare il computer. Fantastico! Hanno pagato per istruirsi: potremmo chiamarlo long-life-learning? Certo! Non si smette mai di imparare. Queste rispettabili signore in pensione volevamo avere un loro indirizzo mail per scrivere ai loro figli (qualcuno un po’ troppo distante da casa per raggiungerlo in giornata in auto), per vedere velocemente le foto dei nipotini che crescono, perché “si fa tutto con il computer oggi, anche andare in banca”. Sto parlando di persone che non hanno potuto avere una istruzione raffinata, ma che è stata soprattutto la loro vita a “educarle”, e se non sanno parlare di Hegel, Aristotele o … frequentano biblioteche per prendere a prestito libri e concedersi quei tempi di lettura che non avevano potuto avere da giovani, si scambiano dvd per vedere film interessanti… mentre stirano. Potremmo meta riflettere su come trasformare una cucina in ambiente di apprendimento… a proposito: con mia mamma sono partita dicendo che quello che aveva di fronte non era in caso di chiamarlo computer, termine troppo estraneo alla sua cultura. Meglio chiamarlo Frullatore. Del resto è un po’ quello che serve a lei: mixare ingredienti come mail, pagine web, imparare a postare le foto delle vacanze. Vorrebbe imparare a gestire quelle funzioni che le permetterebbero di rimanere in contatto con le sue amiche lontane e con le quali condivide i viaggi. Con il frullatore ha imparato che Google offre il servizio gmail (mamma, mail vuol dire posta) e si è scatenata a scrivere a figli e nipoti per poter dare loro il suo account di posta elettronica (mamma, account significa indirizzo). Sembra scontato, ma per lei era necessario memorizzare i passaggi dall’accensione del “frullatore” alla selezione di gmail, introduzione dell’indirizzo (così ti ricordi qual è) e la password (“una facile che mi ricordo”), selezionare scrivi o posta in arrivo e aprire gli allegati. Era veramente stanca, in poche ore abbiamo rifatto i vari passaggi, anzi rifaceva da sola, io guardavo. Il suo tutorial è una pagina di un quadernetto con scritte i vari passaggi e i bottoni da clickare. Pare che questa nonna Gianna ora sia
on-the-road…
al prossimo incontro (non lezione, per carità!) vedremo di capire come si caricano le foto, ma il primo step sarà scaricarle dalla macchina digitale. Prima di correre si cammina, lumache o gazzelle non importa, l’importante è FARE.
Ora vado… devo vedere se è arrivata posta dalla mamma 🙂